“Non una vacanza ma un viaggio.
Un viaggio attraverso una terra in cui è possibile toccare con mano il segno lasciato dalle molte culture e popoli che ne hanno tracciato la storia, e allo stesso tempo riempirsi gli occhi di una bellezza naturale che a tratti sembra magica.
Un viaggio che mi ha spaccato il cuore ma solo per riempirlo fino a farlo traboccare, che mi ha reso fiera di poter condividere dei giorni con persone talmente pazze da pensare di poter cambiare le cose e da riuscirci nonostante tutto.
Un’esperienza che consiglio di fare a chiunque abbia cuore e anima.”
“Siamo stati da sempre, per scelta, turisti fai da te (ahi ahi ahi!!!). Per scelta abbiamo sempre usato solo mezzi pubblici o autostop per spostarci: questo perché siamo convinti che in una vacanza, più che i luoghi, siano importanti gli incontri con le persone. Siamo curiosi di profumi, di cibi, di musiche, di culture diverse, di chiacchierate e di situazioni impreviste. Questa per noi è stata la prima “vacanza solidale”. Eravamo già stati altre volte in Romania, che ci affascina per i suoi luoghi, la sua enorme varietà di culture, per le sue atmosfere. Ma stavolta è stata speciale. Sentirsi in qualche modo parte di un progetto ci ha permesso di poter guardare le cose da dentro, e non, come succede di solito ai turisti, da spettatori. Difficile raccontare in poche righe la quantità di emozioni che rimangono nel cuore alla fine di un viaggio simile: sicuramente la bellezza dei luoghi, i cavalli al pascolo, le acque trasparenti dei torrenti; il viaggio sul vecchio trenino da Oravita; la scuola di Bradet e la sua incredibile storia di tenacia e coraggio; la miniera abbandonata di Anina e i suoi macchinari imponenti; ma soprattutto le persone, la loro simpatia, disponibilità e accoglienza. Un grazie speciale alla mitica, instancabile Florentina, al nostro choffeur Costantin, che per comunicare con noi ha inventato una lngua “romaliana”, a Ghita, che ci ha guidato alla scoperta della miniera abbandonata, e soprattutto a Gian Luca, che dall’Italia non ci ha persi di vista un attimo e con cui speriamo di poter continuare, in qualche modo, questa avventura….. Mi porto nel cuore le piccole grandi donne coraggiose, infaticabili e sorridenti incontrate in questi giorni: la piccola Romina (mamma di quattro figli piccoli) e la sua mamma Lily, che ci hanno preparato una cena nella loro casa di Bradet, e che stanno mettendo in piedi una piccola attività di “catering”; Angy, moglie di Costantin, che, tra orto, galline e impegni domestici, allatta i due più piccoli dei suoi cinque figli e, con ironia, dice “come un tandem”.
La Romania è, prima di tutto, una filosofia di vita, distante anni luce dalla follia ormai disumana del sedicente benessere occidentale. E, se nelle città che stanno facendo di tutto per copiare i nostri errori peggiori, il turista può al massimo intuirla, è nei paesi dell’interno che questa filosofia ti avvolge interamente, quasi ti soffoca, ti stravolge ogni logica, ti toglie ogni certezza e, se hai la forza di non scappare urlando, ti fa innamorare per sempre. Ai nostri occhi è una miscela di apparenti contraddizioni stridenti, dove si fondono fede e fatalismo, valori atavici intoccabili e regole fluide al limite dell’anarchia.