Le Città Principali

LE CITTÀ PRINCIPALI

(dove e quali sono)

I due capoluoghi delle regioni di Timis e Caras-Severin sono rispettivamente Timisoara e Resita, entrambe facenti parte della regione storica del Banat.

Timișoara (pronuncia: timiscioàra)

Si tratta di una città di oltre 300.000 abitanti, costituita oltre che da romeni da diverse importanti minoranze, principalmente tedeschi, serbi, ungheresi e molti italiani. E’ stata la prima città europea ad avere l’illuminazione stradale elettrica. Nominata per il 2021 capitale europea della cultura, assieme a Eleusi (Grecia) e Novi Sad (Serbia). Il nome è la traduzione rumena dell’originario nome “Temesvár”, unione del nome del fiume omonimo Timiș, “Temes” in ungherese, “Timiș” in rumeno, e della parola ungherese “vár” (castello, ovvero città fortificata), abbreviazione di “város”, ovvero della sua traduzione rumena “oraș”.

Le zone  della Transilvania del sud-ovest interessate dalla proposta turistica sono quelle qui cerchiate in blu (Banato di Timis e Banato Montano di Caras-Severin).

La Storia

Sull’attuale territorio della città sono state trovate tracce di insediamenti umani che risalgono al neolitico; in seguito vi si sono insediati i Geto-Daci e successivamente i Romani. La prima menzione scritta si ha in un documento storico dell’XI-XII secolo, nel quale la città viene citata usando il nome di Tibiscum o Tibiskos. Collocandosi in una posizione strategica, da dove poteva essere controllata una gran parte della pianura del Banato, sia la città di Timișoara che il titolo di conte di Timiș divennero sempre più importanti. Timișoara conobbe eccezionale sviluppo al tempo del re Carlo Roberto d’Angiò che, dopo la sua visita del 1307, ordinò la costruzione di un palazzo reale e vi trasferì la capitale del regno. Segnò un nuovo capitolo nella storia della città, nel 1440, la nomina a conte di Temes di János Hunyadi, che sarà conosciuto nell’intera regione per l’importante vittoria di Belgrado del 1456 sui Turchi Ottomani e sarà considerato difensore della cristianità. Il conte trasformò la città in un accampamento militare permanente, trasferendosi qui con la famiglia. La città rimase quindi in possesso del figlio Mattia Corvino fino al 1490. Episodio importante della storia di Temesvár è rappresentato dall’assedio della città da parte dei contadini insorti guidati da György Dózsa. Gli insorti, romeni e ungheresi, dopo alcune vittorie riportate sulle armate nobiliari, furono sconfitti nei pressi di Timișoara dal conte Ioan Zapolya. Dózsa ispiratore e guida dei rivoltosi, venne catturato e torturato su una sedia di ferro[3], quindi arso vivo nei pressi del castello, attuale Museo del Banato (Muzeul Banatului).

Nel 1552 un’armata ottomana di 160.000 uomini sotto il comando del pascià Sokollu Mehmed attaccò e conquistò la città, trasformandola in capitale di vilayet ottomano, guidato da un “vali” o “beylerbey”. Per quasi 200 anni Timișoara si trovò sotto la dominazione ottomana, sotto il controllo diretto del sultano, godendo di uno statuto speciale come le città di Belgrado e Buda. In questo periodo la città conobbe diverse trasformazioni: le chiese furono trasformate in moschee, numerosi musulmani si trasferirono qui e la cittadella fu trasformata secondo le necessità strategiche ottomane. 

Nonostante tutto l’occupazione turca coincise con un periodo di relativa pace essendo la città utilizzata dai turchi soprattutto come punto strategico di partenza per le campagne militari del nord-ovest.

Nel 1716, dopo ripetuti tentativi, Eugenio di Savoia conquistò la città, aprendo la via alla dominazione austro-ungarica per più di 200 anni. Solo nel 1920, dopo la sconfitta austro-ungherese nella prima guerra mondiale, il Banato si unì alla Romania e a Timișoara venne instaurata l’amministrazione romena, dopo un’effimera indipendenza come Repubblica del Banato, di cui era la capitale.


Il 16 dicembre 1989 scoppiò a Timișoara la rivoluzione (per molti un “colpo di stato”) che avrebbe portato alla caduta di Nicolae Ceaușescu e del regime comunista romeno. Tutto ebbe inizio con la protesta dei parrocchiani contro il trasferimento forzato del pastore calvinista László Tőkés; ai fedeli che manifestavano davanti alla parrocchia si unirono i passanti e in breve tempo la protesta si estese, raccogliendo nel centro della città decine di migliaia di persone. In seguito a scontri sanguinosi, ci furono 73 morti e 253 feriti il 20 dicembre 1989. 

Gli avvenimenti di Timișoara portarono una settimana più tardi alla caduta del regime di Ceaușescu. L’11 marzo 1990 gli stessi gruppi che avevano contribuito alla riuscita della rivoluzione presentarono anche il documento programmatico della Proclamazione di Timișoara, che fu di ispirazione anche per altri movimenti civici, politici e culturali. E’ possibile visitare il museo “Memorialul Revolutiei” (Memoriale della rivoluzione) ove sono contenuti, documenti, filmati e fotografie di importanza storica di quel periodo.

Qui un servizio sulla città Capitale della Cultura Europea 2021, trasmesso da Radio 3 Mondo, nel dicembre 2020.
Si illustrano bene le caratteristiche della città e i luoghi di interesse turistico/culturale.

Reșița (pronuncia: resciza)

Una città di circa 65.000 abitanti. La città storicamente ha origine nel XV secolo sotto il nome di Rechyoka o Rechyca, tuttavia ricerche archeologiche effettuate in loco hanno portato al rinvenimento di reperti e tracce di abitazioni risalenti al Neolitico, all’epoca Dacia libera. Esistono anche tracce, nei pressi della città, dell’antico castrum militare romano dell’epoca della conquista della Dacia e della sua riduzione in provincia romana dal 106 al 117. Documenti più recenti parlano della città come Reszinitza: in uno scritto del 1673 si segnala che i suoi cittadini pagavano i tributi alla città di Timișoara, mentre altri tra il 1690 ed il 1700 la citano come parte del Distretto di Bocșa, assieme ad altre località della zona. Reșița è da molto tempo un importante centro industriale, fin dal lontano 1771, quando vennero impiantati i primi stabilimenti, per volere dell’Imperatrice Maria Teresa d’Asburgo. Questi stabilimenti divennero il nucleo iniziale della grande fabbrica di locomotive che ha segnato tutto lo sviluppo industriale della città, prima con il nome St. E. G., poi con il marchio UDR (Uzinele și Domeniile Reșița), tuttora visibile su qualche esemplare di locomotiva a vapore, tra cui quelle conservate nel Museo Ferroviario della città, dove si può vedere la prima locomotiva a vapore della Romania (1872), contrassegnata dal n. 2, essendo il n. 1 fabbricata a Vienna). Con la caduta del regime comunista (1989) le attività industriali sono andare riducendosi e la città è segnata da strutture di vera e propria archeologia industriale (meta di appassionati e specialisti fotografi).